Fenomenologia e linguaggio del disembodiment

Quali sono i processi cognitivi coinvolti nell’insorgere di quel senso di distacco e alienazione dal proprio corpo che la psichiatria fenomenologica definisce “disembodiment”? Questo termine designa un fenomeno che investe esclusivamente la soggettività distorta dalla patologia mentale, o piuttosto un meccanismo che, al presentarsi di determinate contingenze sociali, può innescarsi anche in individui che non sono affetti da alcuna condizione clinica? Il libro tenta di fornire una risposta a queste domande, perseguendo un approccio interdisciplinare che prende per oggetto le strutture portanti del sè corporeo e ne evidenzia le alterazioni, scaturite tanto da fattori endogeni tipici di malattie come la schizofrenia, quanto da fattori esogeni, come quelli che caratterizzano il vissuto di chi è sottoposto a forme istituzionalizzate e interpersonali di razzismo. Questa analisi si avvale delle scoperte e dei costrutti epistemologici offerti dalla fenomenologia, dalle neuroscienze, dagli studi post-coloniali e dalla psicologia sperimentale, al fine di identificare ciò che accomuna le esistenze in terza persona e di favorire un ripensamento del concetto di benessere psicofisico.